Come nella migliore tradizione del giornalismo d’inchiesta, siamo fieri di ricominciare le trasmissioni ospitando un racconto di Genni Attila, il nostro inviato nel cuore sordido del Paese. Enjoy.
E adesso come glielo dici?
Non lo sai, vero? Non ci hai pensato…lo so che non ci hai pensato. Da non crederci…Hai avuto due mesi buoni, non è da te, non è proprio da te. Di solito ti serve molto meno tempo…
Ti ricordi quella dei servizi segreti? Segreti si fa per dire…quella con il marito fissato per Roger Moore, un arrogante burino testa di cazzo di agente con la cresta alzata…sveglio sul lavoro, però: Ricordi come li aveva beccati? Foto, registrazioni, lettere…addirittura un cazzo di video pronto per la rete con tanto di imbarazzante momento cilecca. Ecco, se quello usciva sarebbe stato un PROBLEMA. E tu? Un quarto d’ora, tre telefonate…tutto risolto. Disinnescato. Un lavoro facile e prestigioso alla moglie, promozione e trasferimento in un posto tranquillo al marito, al cornuto…qualche risatina tra i corridoi, battute da spogliatoio in giacca e cravatta…tutto nella norma, rimasugli gestibili anche da gente meno esperta, meno dotata di te.
Tu hai la testa da formula uno. Pensi veloce, il fatto non è ancora avvenuto e tu hai già vagliato i possibili accadimenti e le relative soluzioni. Sei il mago del problem solving…che ha la tua testa stavolta? S’è ingolfata? Sarà il caldo, sarà…non ci sei abituato al sole di napoli…
No, lo so io che cos’ha la tua testa: non ti vuole aiutare, stavolta no. Stavolta è troppo.
L’hai capito fin dal primo incontro. L’hai sentito: quel crepitio stonato, come unghie su una lavagna…sorrisi troppo indulgenti, abbracci troppo calorosi…non sono da lui. Non sono decisamente da lui. Ed è inutile che stai a guardarti allo specchio e ti aggiusti il fazzoletto nel taschino, la soluzione non la troverai nel tuo stile impeccabile.
Devi dirglielo. E devi andare.
Percorri il corridoio con rilassatezza, perchè non vuoi dare nell’occhio: non vuoi trasmettere la sensazione che ci sia qualcosa che non va.
Balle: stai prendendo tempo. Stai soltanto prendendo tempo.
Eppure te la sei immaginata mille volte, questa scena, negli ultimi due mesi. L’hai sognata quasi ogni notte…
…il dottore seduto dietro la scrivania, con le mani incrociate e il camice sudato:
– “C’è stato un problema.”
– “Lei come sta?”
“Lei sta bene.” E tu ti aggiusti i polsini della camicia, e fissi l’acacia su un vaso posto di fronte a te in un angolo.
“Non è lei il problema” dice il dottore.
“Ah”.
Questa scena. Come è stato viverla davvero, dopo averla tante volte sognata? Il peggiore degli incubi possibili divenuto realtà…cazzo, non poteva gestirla come tutte le altre volte?
Non era la prima ragazza di cui gli aveva detto di occuparsi…Le altre volte era stato facile: un discorsetto di mezz’ora per convincerle che l’aborto era la soluzione migliore, una consistente somma di denaro e di attenzioni per agevolare il convincimento. Ma stavolta non era stato possibile. Stavolta gli aveva chiesto di seguire la gravidanza al posto suo. Gli aveva chiesto di farla partorire.
Perchè? Non te lo sei chiesto perchè? L’hai vista bene in questi due mesi. L’hai vista vestita con classe e con gli abiti da casa, l’hai vista nuda, l’hai vista vomitare mentre le tenevi la testa…l’hai vista in ogni modo. Carina, maliziosa. Ma niente di speciale. Niente che stimolasse alcunchè: alcun sentimento, alcuna perversione.
E ci hai anche parlato, e non ricordi quello che ti ha detto. Non c’era niente che valesse la pena ricordare, niente che valesse la pena ascoltare.
Ma lo sai il perchè: lo hai capito subito…ricordi? Il famoso stridio…ti è bastato guardarlo negli occhi per capirlo. Che sguardo…orgoglioso, come se stesse assistendo a un momento trionfale nella vita del primogenito…e spiritato, come se stesse assistendo alla massima celebrazione del proprio ego.
Tutta la sua vita è stata una celebrazione del proprio ego. Ed è anche colpa tua. Tu potevi fermarlo. Ti avrebbe dato ascolto. Tu sei il suo consigliere più considerato, il suo aiutante più prezioso. Sei il suo fido. Dovevi fermarlo, per il suo bene, e anche per quello di tutti quanti.
Ma chi poteva immaginare che sarebbe arrivato a tanto? Sì, qualche manifestazione di megalomania era prevista, e anche le varie inevitabili perversioni sessuali di contorno: era stato tutto preventivato.
Poi erano aumentate, le manifestazioni e le perversioni, aumentate, aumentate. Aumentate. E nessuno di voi ha pensato di fermarle. Nemmeno tu. Ma stavolta è troppo.
Il dottore per stare zitto ti ha chiesto 1.000.000 di euro, il doppio di quanto ti aspettavi. Ma è il prezzo giusto, in fondo, anzi…poteva chiedere di più: aveva capito tutto…
“E’ un problema molto raro…”
“Capisco.”
“…raro ed insolito. E’ difficile che accada a soggetti non consanguinei.”
“Una vera sciagura.”
“Per essere più precisi, è IMPOSSIBILE che accada a soggetti non consanguinei.”
Io non ho mai detto che i soggetti non sono consanguinei…
“Non le farò perdere tempo: un milione. Ottocentomila per me, in contanti, e duecentomila per ristrutturare la clinica, mi sta bene anche se ve ne occupate direttamente con una ditta delle vostre…non importa se spendete di meno…basta che sia ben fatta.”
“non le farò perdere tempo nemmeno io: accetto.”
Non dovevi accettare.
Sei davanti alla sua porta. E ti tremano le gambe. Neanche tu hai il coraggio di dargli la notizia. E’ una notizia che non è in grado di dargli nessuno. Manco il fratello, manco la madre…manco tu che sei il consigliere più considerato, manco il fido…solo Don Gianni gliel’avrebbe potuta dare. Don Gianni, il suo confessore di sempre…
Disgraziatamente è morto ieri.
Dunque tocca a te. E adesso come glielo dici?
Ricordi quando hai pensato di fermarlo? Neanche due settimane fa…
Stavate giocando a tennis. Lui ti aveva battuto, come sempre…non c’era stato nemmeno bisogno di aiutarlo un pò. Era in gran forma…
“Lo sai cosa mi rende così in forma?”
“Non so…Coca?”
“Naahh…la rumba non c’entra, sei il solito vizioso del cazzo. E’ la biologia. Finalmente sto per diventare padre…”
“Ma che cazzo dici?Tu hai già cinque figli…”
“Non capisci” – ha risposto lui – “Questo è diverso. Questo è mio figlio…è tutto MIO.”
In quel momento ci sei andato vicino così a dirgli tutto, ce l’avevi sulla punta della lingua…
“Cristo non puoi fare un figlio con tua figlia! Illegittima per giunta!”
Avresti anche bestemmiato, che dio ti perdoni.
E che dio ti perdoni per non averlo fatto…
Bussi alla porta.
“Avanti.”
Che farai adesso?
Giri la maniglia…
Che intendi fare? Rimani fermo? Accetti anche questa? Cali la testa un’altra volta? Va bene qualsiasi perversione?
“C’è stato un problema.”
Ti guarda fisso coi suoi occhi puntuti. Che farai ora? Che farai? Rispondimi, cristo! Dove vuoi che arrivi prima di fare qualcosa?
Ho deciso: adesso lo uccido.
“Lei?” ti dice con un sibilo.
“No. Il bambino.”
“…morto?”
“No. Deforme.”
“Deforme?”
“Deforme.” – Prendi il tagliacarta d’oro dalla scrivania. “Ha quattro occhi. Uno sull’ombelico.”
“E l’altro?”
“L’altro…è sotto l’ascella destra.”
Afferri il tagliacarta col pugno chiuso.
“Capito. Bene. E quale sarebbe il problema?”
“Cristo, ma mi hai sentito? E’ deforme!”
“E ti sembra una buona ragione per bestemmiare? Va bene, è deforme. E allora? Tanto non si vede…”
“Cosa?”
Ti trema la mano.
“Ombelico e ascella. Che ci vuole a nasconderli?”
“Ma…”
“Va bene così. Portalo in casa mia. Lui e la madre.”
“La gente non capirà…”
Ti frana la mano…
“La gente non capisce mai nulla.”
…lasci scivolare il tagliacarta sulla scrivania.
Lui è troppo forte per te. Cali la testa un istante, ti senti le spalle sottoterra. Alzi gli occhi. Gli sorridi, come hai sempre fatto.
Lui ti ricambia il sorriso, e tu come sempre sei felice di essere suo schiavo. A ciascuno le proprie perversioni…
“E se la gente venisse a sapere?”
E lui, col suo famoso sorriso, dirà:
“Accetteranno anche questo.”