Archivi del mese: agosto 2009

Gradito abito scuro.

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La caccia al batrace nano

L’altro ha chiesto un racconto a me ed Andrea Scarabelli. È uscito domenica 9 agosto. L’idea era questa: scrivere un testo a partire da una notizia, molto breve, di cronaca.

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Le n0stre erano due: durante il G8, il Presidente del Consiglio ha annunciato che avrebbe passato tutto il mese di agosto all’Aquila. Due settimane dopo, il Presidente del Consiglio ha annunciato che avrebbe passato tutto il mese di agosto in Sardegna.

Il racconto inizia così:

La caccia al batrace nano

Mia nonna diceva che l’avrebbe ucciso lei, perché tanto era troppo vecchia per finire in prigione, e invece lo farò io.

Lo guardavamo alla televisione, io e mia nonna, e lui ci ricambiava lo sguardo dal giornale e dalle riviste appoggiate sul tavolino, in sala, il sorriso tirato scintillava nella poca luce delle persiane. Ci seguiva in cucina, alla radio, mentre mia nonna preparava il sugo, inghiottiva farmaci. Aveva ragione lei: era ora di finirla.

Non ci sono più giornali, radio, televisioni, all’Aquila. O meglio: ci sono tutte, ma invece di vederne il prodotto finale ne sbirciamo lo scheletro, ai raggi x. I giornalisti ci ignorano, dopo esserci stati addosso per i primi giorni fotografandoci anche le mutande. Questo è un periodo morto. Dal G8 è rimasto un chiosco che fa hamburger giganteschi, era per lo staff presidenziale americano. I giornalisti vanno tutti lì, e poi trascorrono il resto della giornata digerendo, allucinati.

Appena mi è arrivata la voce che lui avrebbe passato tutto agosto qui, sono andata di tenda in tenda a cercare delle scarpe con i tacchi alti del mio numero. Il vestito era pronto da tempo.

Primo giorno di lavoro. Questa volta è molto più facile del solito. Quando mi mandano a Confindustria o dai sindacati devo studiarmi prima i discorsi, le barzellette. Qui basta andare in giro a fare ciao ciao con la manina. Certo, potevano convocarmi con un po’ più di anticipo. Mi sono svegliato stamattina con un sms di Gianluca che diceva, “Dai, Carletto, buona fortuna. Anche se ci hanno fatto saltare le ferie”.

In realtà, quando lui aveva annunciato che avrebbe passato tutto il mese all’Aquila avevo fiutato che ci sarebbe stato lavoro per me. Figurati se ci resta più di due giorni, mi ero detto. E infatti. Lui starà tutto agosto a villa Certosa e io qui a tappare i buchi col blazer blu, nella canicola stagnante della pedemontana abruzzese.

“Soffre il caldo, Presidente?”, mi diranno premurosi ogni giorno i tirapiedi del posto, tutti scondinzolanti di avere qui il loro grande leader. Vedranno il cerone colare a ciocchi sui miei fazzoletti. Questo non svelerà il mio travestimento. Anche lui porta il cerone.

“Un po’ d’acqua, grazie.”

“Presto! Una bottiglia d’acqua”, grideranno, “una bottiglia d’acqua per il Presidente!”. Risplenderò di gloria per un nome altrui.

Sì, sarà molto più facile, questa volta. Certo, la questione delle donne potrebbe crearmi problemi. Va bene fingere, ma a volte non ce la faccio proprio. E infatti oggi, durante la visita alla tendopoli, è subito arrivata quella lì tutta svestita e sgarzolina. Sarà un mese difficile, mi dicevano i suoi capezzoli puntati come antenne verso il cielo, un cielo con me al centro. Sarà un mese difficile per me, ripetevano, per il sosia ufficiale del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana.

(Il seguito qui, in pdf)