L’11 novembre 1947, Winston Churchill ha detto che molte forme di governo saranno prima o poi sperimentate in questo mondo, cito, di peccato e di dolore. Nessuno sostiene che la democrazia sia perfetta o onnisciente. La democrazia è il peggiore sistema di governo che ci sia, ha detto Churchill, esclusi tutti gli altri.
È naturale che volessimo parlare con Winston Churchill, oggi, qui, a Mai più soli, il lucernario di Radio Onda d’Urto nell’aldilà, dato che in questi giorni, in Italia, si voterà per quale sia il candidato peggiore che ci sia, ad eccezione di tutti gli altri, nel partito italiano peggiore che ci sia, ad eccezione di tutti gli altri. Purtroppo, quando Kurt lo ha avvicinato Winston non ha voluto parlare delle primarie del partito democratico. “Cosa vuoi che votino!”, ha esclamato rabbioso. “È tutto già deciso. È così che fanno i comunisti.”
Ha seguito un silenzio un po’ imbarazzato. Winston ha insistito.
“Davvero, Kurt… Io lo so benissimo come vanno queste finte elezioni imbastite dai comunisti! È una farsa.”
Kurt gli teneva il microfono dello Hooligan sospeso di fronte alla bocca, immobile. Non ha risposto. Winston ha cercato con gli occhi un viso che gli spiegasse la ragione di quel silenzio, ma non c’era nessuno in giro, neppure Janis Joplin. Ha abbassato il tono di voce, cercando di evitare il microfono. Alla fine ha domandato, quasi di soppiatto:
“È dei comunisti che stiamo parlando, vero, Kurt? Sono… sono comunisti, no?”
Anche adesso, però, nessuno ha risposto.
Una persona, però, si è presentata spontaneamente da Kurt per rilasciare una dichiarazione. Non aveva mai voluto parlare ai microfoni di Radio Onda d’Urto, ha detto, perché non credeva nei mezzi di comunicazione di massa. Sosteneva di essere un grande esperto in materia, dato che, diceva, aveva partecipato alle prime primarie organizzate nella storia dell’umanità.
La sua campagna elettorale, ha raccontato a Kurt, era andata benissimo. Aveva costruito un team molto valido e la squadra di governo era compatta intorno a lui. Si rivolgeva a un elettorato giovane, desideroso di cambiare le cose, con slogan efficaci e un’idea chiara di come doveva essere la società intorno a loro: più libera, più giusta, più tollerante.
“Come Obama!”, ha esclamato Kurt.
“Sì, come Obama, più o meno”, ha ammesso lui. “Anche se io non condivido i suoi ammiccamenti verso l’elettorato religioso. Ma l’America, Kurt, lo sai meglio di me come funziona.”
“Eh, sì, l’America è così, almeno ora”, ha commentato amaramente Kurt. “Mica come l’Italia. ”
Insomma, dopo una campagna elettorale estenuante e costellata di successi, finalmente sono arrivate le prime primarie della storia dell’umanità. Il popolo è accorso per scegliere chi dei due candidati fosse il peggiore, ad eccezione di tutti gli altri.
“La vittoria era assicurata”, ha confessato a Kurt. “Avevo un programma democratico e buono, un sacco di elettori, ero il candidato più giovane. Era tutto dato per certo. Non ho proprio saputo cosa dire, quando alla fine ha vinto Barabba.”
Prima di chiudere la puntata, Kurt stava aspettando il cablogramma di Giuseppe Stalin, il nostro patron. Eppure, gironzolando intorno allo Hooligan, si accorgeva che Winston Churchill, che dopo l’intervista rifiutata non si era più allontanato, sembrava pensoso, irrequieto. Gli lanciava sguardi speranzosi e sembrava quasi sul punto di chiamarlo, ma poi immediatamente cambiava idea. Per tagliare la testa al toro, Kurt gli si è avvicinato brandendo il microfono.
“Senti, Winston”, gli ha detto. “Poche storie. Qui stiamo chiudendo. Vuoi fare un’ultima dichiarazione? La precedente”, ha detto poi, “non è che ti faccia fare bella figura.”
Winston ha esitato un po’. “Sì, Kurt, mi hai convinto. In realtà”, ha detto, “neppure quella ancora prima, quella con cui hai aperto la puntata, mi fa fare una bella figura. Vorrei ritrattarla.”
Kurt si è detto molto stupito. “Ma Winston”, ha obiettato, “quella sulla democrazia è la tua citazione più diffusa al mondo! Tutti la trovano abbastanza convincente. Anche io l’ho usata, in un libro. Non capisco”, gli ha detto, “come mai vuoi ritrattarla?”
“Be’, Kurt”, ha detto Churchill. “Diciamo che seguendo queste particolari primarie mi sono accorto della falla, o dell’errore, che c’era nell’applicazione ai candidati di questo giro della mia idea sulla scelta peggiore ad eccezione di tutte le altre. L’errore”, ha detto Winston, dopo una pausa, “era partire dal presupposto che almeno una delle scelte fosse la meno peggio.”
Il cablogramma, puntualmente, è arrivato. Caro Kurt, diceva, vorrei attirare l’attenzione del vecchio Winston, che saluto nonostante tutti i dissapori, su una frase da lui pronunciata nel 1937. È questa: “mi auguro che Hitler, alla fine, passi alla storia come l’uomo che ha riportato pace ed onore alla grande nazione germanica, riportandola serena, disponibile e forte nella grande famiglia europea”. Se proprio Winston desidera rettificare la citazione a cui deve la fama di campione della democrazia, proseguiva il cablogramma, potremmo sostituirla con questa.
Have fun,
Giuseppe Stalin
Qui Vincenzo Latronico, dalla periferia di Berlino ovest, in collegamento telefonico con Kurt Vonnegut, dall’aldilà. Io, alle primarie, marino.